giovedì 27 febbraio 2014

CRONACA di un presidio che non è tale


 


 

 


 


 


 


 


 

 

La Bassa con i terremotati va in Regione, ma il presidente Vasco Errani non li riceve.
Ieri il governatore era disponibile solo ad un incontro a porte chiuse, senza la stampa.
Condizione rifiutata dai comitati, armati da ben 12mila firme, che alla fine hanno preferito fare una conferenza stampa fuori il palazzo.
Chiaro, visti i fatti, che non c’è dialogo e si amplia la frattura tra cittadini ed istituzione sulla difficile ricostruzione post - terremoto.
«Le persone vogliono la stampa e per far sapere la situazione di ...
che viviamo.
Non è successa una cosa normale, ma un terremoto».
Parole gridate da una signora ai messaggeri del presidente che, invano, hanno cercato una soluzione.
Niente da fare, hanno prevalso le tensioni.
Eppure era una richiesta normale, «per essere certi che le cose dette vengano poi mantenute e non siano interpretabili», la delegazione era composta da una trentina di persone, niente di fantascientifico.
Poi il governatore ha chiesto un incontro con i cronisti, nel suo ufficio, dove ha dato la sua versione dei fatti: «non hanno accettato un confronto istituzionale, ma siamo al lavoro tutti i giorni per migliorare le condizioni delle popolazioni colpite dal terremoto».
La democrazia sarà pure forma, ma incontrare sotto i riflettori della stampa, ormai si fanno pure le trattative di governo in streaming, i rappresentanti di 12mila cittadini sarebbe stato un bel segnale.
Alla fine i rappresentanti dei comitati Sisma 12 e Finale Emilia Terremotata Protesta hanno continuato per la loro strada e hanno consegnato in portineria i moduli con le firme , invece che ad Errani.
Una petizione per chiedere lo stop al pagamento dei mutui sulle case ancora inagibili e l’attivazione della fiscalità di vantaggio per le aziende.
Poi la conferenza stampa sotto il palazzo, con la sola presenza di alcuni consiglieri dell’opposizione e in particolare del centrodestra.
Neanche l’ombra di esponenti del centrosinistra, a parte Monica Donini di Rifondazione che però rappresenta una minoranza dell’assemblea.
Insomma non c’era un esponente del partito democratico che almeno poteva mediare tra le diverse posizioni.
Nella conferenza si è sottolineato che «a parole su alcuni aspetti siamo tutti d’’accordo, eppure non riusciamo a trovare un punto di partenza per rendere concreta la soluzione».
Oltre due anni a parlare delle stesse cose.
«Poi dicono che hanno risolto il problema del pagamento dei mutui alle banche per le case inagibili, ma sta per arrivare marzo e c’è chi è arrivato alla terza rata da saldare».
Non sempre alle parole corrispondono i fatti.
Errani ieri ha aperto pure alla fiscalità di vantaggio: «con una formula che tuteli in primo luogo le piccole e piccolissime imprese dei territori colpiti».
Ritiene pure «necessaria la sospensione dei mutui sulle case inagibili, così come la proroga per il pagamento delle tasse.
Temi già posti al governo precedente e che verranno ripresentati al nuovo governo che ha ottenuto la fiducia solo ieri (martedì per chi legge, ndr)».
Tutti vogliono raggiungere lo stesso capolinea, ma sono fondamentali i tempi.
Se un’azienda non si aiuta subito, muore; se arrivano i bollettini per i mutui e le tasse vuol dire che in due anni non si è riusciti a raggiungere alcuni fondamentali risultati. Gian Basilio Nieddu

 

27-02-2014

 

Il sindaco Silvestri (San Felice) «Giusto il pressing dei cittadini»

 

 

«Sapevamo della manifestazione e condividiamo la richiesta dei terremotati che si sono recati oggi in Regione.
Ci sembra doveroso consentire a chi non ha la casa agibile di scegliere se pagare o meno i mutui e per la fiscalità di vantaggio è arrivato il tempo di agire».
Così Alberto Silvestri, sindaco di San Felice sul Panaro e presidente dell’Unione dei Comuni dell’Area Nord, espone all’agenzia Dire il suo pensiero sulla manifestazione dei comitati.
Finalmente i sindaci della Bassa, per lungo tempo riluttanti a schierarsi con i movimenti, ora appoggiano chiaramente le richieste dei manifestanti.
«Sulla possibilità di fermare i mutui sulle case ancora inagibili subito pareva che la questione fosse lasciata al buon cuore delle banche- spiega Silvestri- e anche ora la cosa sembra un pò complicata e va per le lunghe, e da qui la necessità di andare in pressing come hanno fatto oggi i comitati Sisma.12 e Finale Emilia Terremotata».
E sulla fiscalità di vantaggio «mi pare che sia giunta a maturazione questa necessità - aggiunge perentorio il sindaco, parlando anche a nome dei colleghi dei Comuni colpiti dal sisma del 2012- e che sia ora di applicarla».
I primi cittadini hanno espresso l’intenzione di «confrontarsi a breve», per «capire quali azioni vadano intraprese per ottenere l’applicazione di questa misura», visto che «le imprese hanno realmente bisogno di azioni di sostegno vero ed efficace».
Ora «bisogna agire e siamo fiduciosi che il presidente Errani con cui ne discutiamo da tempo farà il possibile per ottenere queste misure necessarie».
Parole sagge, ma che arrivano a scoppio ritardo, siamo anche sotto elezioni non dimentichiamolo, e non si capisce cosa impedisca ai sindaci di indossare la fascia tricolore e fare le giuste rivendicazioni.
Intanto è scontro tra il senatore Claudio Broglia (Pd) e i grillini accusati di aver fatto saltare la discussione urgente dell’emendamento destinato a chiedere il rinvio del pagamento dei mutui da parte delle imprese colpite dal terremoto.

 

 

 

Gazzetta di Modena  (pag.2) 

 

Errani: «A breve un progetto per il fisco». I cittadini: «Pagamenti in dieci anni»

«Aiuteremo le piccole imprese»

BOLOGNA Mentre qualcuno si concentra solo sul mancato incontro con i terremotati, altri entrano nel merito della vertenza con il presidente Errani. Mutui e fiscalità di vantaggio diventano temi d’attualità. «Sono dispiaciuto per il mancato incontro - dice il commissario - è una manifestazione legittima, ma sono abituato a vedere le persone, confrontarsi anche duramente e poi riferire ai media. La sospensione dei mutui sulle case inagibili è giusta. Ora stiamo lavorando su una norma primaria che estenda il blocco fino alla ritrovata agibilità. Al momento quella norma manca e perciò ho apprezzato il passo volontario di Abi a sospendere, per chi lo chiederà, le rate. È vero che si tratta di una scelta fatta caso per caso». Il motivo della mancata sospensione globale lo aveva lasciato intendere Luciano Vecchi (Pd) durante l’Assemblea legislativa. Gli istituti di credito sono in sofferenza e al di là dei tre milioni stanziati dal Governo per gli interessi passivi maturati, la preoccupazione è la tenuta del conto capitale. Quindi il blocco dei mutui darà la priorità ai “casi sociali”. Ma Errani fa un breve passaggio anche sulla fiscalità di vantaggio. Martedì aveva lasciato trapelare l’ipotesi di zone franche urbane nei centri storici alluvionati e terremotati, ora frena sulla strategia per estendere benefici anche alle piccole imprese dei poli produttivi. «Ci sono delle norme europee da rispettare: stiamo cercando un’ipotesi credibile. Quando l’avremo incontreremo le associazioni imprenditoriali. Mi preme soprattutto sostenere i commercianti, le attività dei centri storici e i piccoli imprenditori». Per chiarezza, va ricordato che la zona franca urbana è un’area ben delimitata dalla quale rischiano di restare estromessi i poli produttivi. «Se questa è l’ipotesi - chiosa Massimo Nicoletti di Finale Emilia Terremotata Protesta - non siamo d’accordo. Non ci accontentiamo delle briciole. Se si escludono i poli industriali possiamo dire addio a migliaia di posti di lavoro». Una piattaforma fiscale su cui lavorare la consegna Sisma.12. «Pagamenti in dieci anni senza interessi con riduzione del 60% degli importi dovuti - spiega Elena Busi - blocco degli studi di settore; sanatoria per gli omessi versamenti fiscali del 2012 e 2013; restituzione in 10 anni del finanziamento per pagare le tasse; stop all’Iva per la cessione di beni e servizi ai terremotati; stop alle azioni di Equitalia fino al 2018; finanziamento alle imprese anche senza merito creditizio. Dobbiamo aiutare le aziende a ripartire altrimenti si innesca un meccanismo di non ritorno». «Ci devono aiutare - aggiunge la finalese Daniela Bregoli- perché i centri storici sono morti e i negozianti ormai servono solo per pagare tasse. Se non arrivano provvedimenti immediati salteremo in tantissimi. Intanto ringrazio Antonella Govoni e Raffaella Calzolari che mi hanno aiutato a raccogliere parte delle firme consegnate in Regione». (fd)

 

In Regione 13mila firme per il blocco dei mutui e la fiscalità di vantaggio, ma salta il confronto per la stampa indesiderata

Comitati-Errani: la tensione resta alta

«Ottenere la proroga per altri tre anni del pagamento dei mutui per le tasse», ripete da giorni Errani. Ma seppur la prossima scadenza sia a giugno (pagamento della rata slittata a gennaio abbinata a quella di metà anno) tutti vogliono - giustamente - approvare il provvedimento velocemente. Gli intenti non coincidono con i fatti e dopo la bocciatura del presidente Grasso all’emendamento Pd i tempi si allungano ancora visto che il disegno di legge ad hoc si è già incagliato in Senato. «Ieri dovevamo discuterlo in commissione bilancio - scrive il senatore Broglia - chiedere i pareri delle commissioni di merito ed in sede deliberante di commissione si sarebbe potuto approvarlo in via definitiva al Senato e mandarlo alla Camera già oggi. Serviva l’ok di tutti i gruppi, ma uno si è opposto». Chiaro il riferimento a M5s. «In quelle misure ci sono solo provvedimenti per i terremotati? - replica il deputato Ferraresi - Ovviamente no. Hanno messo ancora di tutto. I nostri senatori hanno solo chiesto il tempo di valutare bene il testo. Questo provvedimento avrà il nostro sì, salvo non siano rilevate altre “schifezze”. Non disdegnamo proposte di buon senso. Il mio odg di dicembre per la sospensione mutui sulle case che fine ha fatto?di Francesco Dondi wBOLOGNA Alle 10 in punto gli striscioni vengono srotolati e appesi all’esterno della Regione: Sisma.12 e Finale Emilia Terremotata Protesta si sono radunati in viale Aldo Moro per recapitare a Vasco Errani 12780 firme raccolte in tutta la Bassa per chiedere una fiscalità di vantaggio concreta (viene diffuso un documento di diciotto punti dettagliati) e la sospensione - erga omnes - dei mutui per gli edifici inagibili. I manifestanti sono circa una trentina, non doveva essere una manifestazione, ma semplicemente un presidio anche utile ad incontrare i media nazionali, necessari a rilanciare i guai del terremoto. Ma la presenza della stampa è stata anche il casus belli che ha fatto saltare l’incontro tra i comitati ed il commissario. Riavvolgiamo il nastro. Come emissario del presidente viene incaricato l’ex sindaco di Mirandola e attuale funzionario regionale, Gigi Costi. Propone inizialmente di accompagnare una delegazione in ufficio. Ipotesi rifiutata: «o salgono tutti o nessuno», dicono i cittadini. Costi torna da Errani e avanza una seconda idea: tutti a colloquio, ma con soli tre-quattro interventi in modo da non trasformare l’appuntamento in un’assemblea infinita. La strategia piace se non fosse che i terremotati vorrebbero con loro anche i giornalisti. La trattativa si rompe su questo punto e mentre Costi se ne va c’è chi urla “Vergogna”. Da lontano l’ex sindaco non le manda a dire. L’incontro salta definitivamente, i comitati restano nel piazzale esterno mentre si confrontano con tre consiglieri regionali: Mauro Manfredini (Lega Nord), Andrea De Franceschi (M5s) e Monica Donnini (Fds). E intanto organizzano un’improvvisata conferenza stampa. «Sono stata nella mia banca - spiega Chiara Ferriani - per chiedere la sospensione del mutuo. Ho parlato a nome di Sisma.12, ma dopo una settimana di tempo non ho ottenuto risposta. E allora sono tornata. Erano disposti a sospendermelo anche perché ho già presentato il Mude e depositato il primo stato di avanzamento lavori, ma pure loro, dopo aver parlato con Abi, mi hanno confermato che le sospensioni sono discrezionali. Ho quindi rifiutato il blocco: o tutti o nessuno». Poco prima di mezzogiorno la delegazione di terremotati scioglie il presidio non prima però di essere entrata nel palazzo della Regione e aver protocollato, al quindicesimo piano, le quasi 13mila firme. @francescodondi

mercoledì 26 febbraio 2014

proroga mutui = fatto (almeno sembra)

Oggi a Bologna non abbiamo incontrato Errani.

Il Commissario / Presidente si è trincerato dietro al protocollo per non confrontarsi con i cittadini sul merito dei problemi posti sul tavolo: blocco dei mutui sulle case inagibili; fiscalità di vantaggio per il territorio del Cratere; una sburocratizzazione dell'iter per l'ottenimento del contributo alla ricostruzione.

Poco male.

Notizia di questa sera è che ABI , motu proprio, ha sospeso i mutui sulle case inagibili fino al 31 dicembre 2014.

Aspettiamo una formalizzazione della procedura ma questa volta sembra davvero cosa fatta.

La richiesta della sospensione, al proprio Istituto di Credito, dovrà essere accompagnata da una dichiarazione di avvenuta presentazione dei modelli Mude, Sfinge o, almeno, della prenotazione.

Questo come da intese nell'incontro avuto con i comitati il 14 gennaio scorso.

Manca ancora una sospensione fino alla riottenuta agibilità dell'abitazione ma, per questo, riteniamo sia proprio necessario il varo di quella norma che abbiamo sollecitato oggi ad Errani.

Speriamo che, anche questa volta, non si affronti il problema con ritardo.



lunedì 24 febbraio 2014

Eccessiva burocrazia e altro ancora

Eccessiva burocrazia che impedisce la ricostruzione; necessità di adottare urgentemente una concreta fiscalità di vantaggio per risollevare il territorio della Bassa colpito dal sisma del 2012; stop al pagamento delle rate dei mutui sulle case inagibili, a causa del terremoto, fino al completamento dei lavori di ristrutturazione.

Per chiedere con forza una soluzione a questi problemi da parte del Commissario / Presidente Vasco Errani, saremo a Bologna mercoledì 26 febbraio – ore 10,00 – nel piazzale antistante la Regione Emilia Romagna.

Nella conferenza stampa che abbiamo indetto in quella sede faremo anche chiarezza sul gravissimo problema della ripartenza delle rate dei mutui, stipulati sulle case inagibili a causa del terremoto del maggio 2012, problema che Errani ed i suoi collaboratori spacciano per risolto ma che, in realtà, è ben lungi dall'esserlo.

Ci incontreremo, inoltre, con tutti i capigruppo all'Assemblea Regionale (o almeno con quelli che saranno disponibili) e consegneremo a Errani le firme dei 12mila cittadini che condividono le nostre proposte per un più veloce ritorno alla normalità delle aree terremotate.




mercoledì 19 febbraio 2014

CI VEDIAMO IN REGIONE IL 26 FEBBRAIO

Mercoledì 26 febbraio andremo in Regione, a Bologna.
Ci andremo perchè, ad oggi, non è ancora stata definita l'interruzione del pagamento delle rate dei mutui sulle case colpite dal terremoto, ed ancora inagibili. E questo nonostante i cittadini ed i sindaci dei comuni del cratere abbiano, da tempo, in più occasioni ed in più modi, segnalato la gravità del problema e nonostante la stessa A.B.I. Regionale si sia dichiarata disponibile a trovare una soluzione condivisa.Intanto gli istituti di credito, in assenza di un accordo specifico, hanno fatto ripartire i pagamenti dal 1 gennaio.In questi giorni, in cui ha spiccato l'assenza ed il silenzio del Commisario / Presidente Vasco Errani rispetto alla drammaticità del problema, abbiamo anche letto una serie di dichiarazioni estremamente fantasiose, espresse da alcuni suoi collaboratori, sul perchè, dopo quasi due mesi dalla scadenza della proroga precedente, non si sia ancora giunti ad una soluzione politica della questione. Ci piacerebbe confrontarci con qualcuno che, quelle storie, ce le raccontasse di persona.In Regione ribadiremo con forza la nostra richiesta, frutto anche dell'incontro avuto con ABI, cioè:Sospendere, su richiesta volontaria del terremotato, il pagamento delle rate del mutuo fino al ripristino dell'agibilità, o alla completata ricostruzione, dell'immobile colpito dal sisma.Alla richiesta di sospensione sarà associata, da parte del terremotato, una dichiarazione di presentazione del modello MUDE o SFINGE o della presentazione della domanda di ricostruzione.La sospensione, tra l'altro, risulta anche economicamente coperta, relativamente agli interessi sulle rate prorogate, dal fondo di tre milioni di euro appositamente istituito ed in dotazione al Commissario.Con l'occasione torneremo anche a chiedere la semplificazione delle pratiche burocratiche cheimpediscono una effettiva ricostruzione e presenteremo anche le nostre proposte rispetto ad una Fiscalità strutturale di vantaggio da istituire celermente sul territorio della Bassa colpito, in questi ultimi 24 mesi, oltre che dal terremoto del 2012 anche da una tromba d'aria e dalla recente, devastante inondazione del Secchia.Proposte che hanno raccolto l'adesione di circa 12mila cittadini, le cui firme consegneremo direttamente al Commissario / Presidente Errani

martedì 18 febbraio 2014

Il senso delle parole

Abbiamo sempre fortemente creduto che le parole abbiano un senso preciso e, leggendo le dichiarazioni di Muzzarelli e Vaccari non ci sentiamo per nulla rassicurati.

Soprattutto perché danno un chiaro segnale di continuità sulla filosofia che ha costituito le fondamenta dell'azione di questi signori rispetto ai provvedimenti post terremoto (ed ora post alluvione) e, più in generale, alla “vision” che gli stessi hanno per il futuro di questo territorio che, per sfortuna, è anche il nostro.

Il sen Vaccari dice:«Una riflessione è doverosa, dobbiamo individuare chi fa manutenzione.  A me l’idea di dare un’occupazione a volontari, terzo settore, cassa integrati e carcerati non dispiace»

E perchè non pensare anche ad organizzare un evento periodico tipo: “Una domenica sull'argine con tutta la famiglia”?

Continuiamo a riservare alla cura del territorio questo ruolo marginale, poi, alla prossima catastrofe potremo sempre riparlarne.

L'assessore Muzzarelli, ormai in corsa alla poltrona di sindaco di Modena, ci gratifica di una perla sul problema dei mutui che gravano sulle case inagibili:

«Stiamo indagando sui casi sociali per cui sono disponibili tre milioni per pagare gli interessi passivi. Le banche stanno terminando il loro screening sulle abitazioni inagibili e gravate dalle rate. Gli istituti di credito sono in sofferenza, hanno mandato di valutare ogni singolo caso, ma un provvedimento complessivo di sospensione è auspicabile».

E quali sarebbero i “casi sociali”? Proviamo a definirli? Perché, magari, intanto che si perde tempo ad indagare su di essi si potrebbe dare il via al provvedimento di sospensione; poi, tutte quelle realtà che gli interessi possono accollarseli se li pagheranno in proprio mentre, per i casi sociali, al pagamento degli interessi si provvederà, poi, tramite il fondo dei tre milioni.

E poi chi è che ha “dato mandato” alle banche di valutare ogni singolo caso? E secondo quali parametri? E chi dovrebbe chiedere il provvedimento complessivo di sospensione?

Insomma: in risposta a problemi pressanti e reali solo aria fritta. Sembrano dichiarazioni fatte da qualcuno che fosse lì di passaggio e non da chi ha gestito il post terremoto fin dall'inizio.

Di Sandro Romagnoli





PS: le banche lo screening l'avevano praticamente terminato settimana scorsa (1500 /1800 casi ) ed ora che abbiamo il numero?

Da Gazzetta di Modena del 18/02/2014www.gazzettadimodena.gelocal.it

«Risarcimenti: un solo pacchetto che unisca terremoto e alluvione»



Muzzarelli e Vaccari al Governo: «I due eventi non vanno divisi altrimenti i rimborsi saranno minimiLa commissione d’inchiesta non si limiti a parlare di crollo accidentale dell’argine, vogliamo di più»

Fiscalità E ZONE FRANCHE I prestiti per tasse e contributi vengano spalmati in cinque anni Aiutiamo i centri storici con doverosi sgravi

Il fronte comune degli alluvionati italiani non sembra convincere troppo Gian Carlo Muzzarelli e il senatore Stefano Vaccari. Per ottenere il 100% dei rimborsi anche sui beni mobili (elettrodomestici, auto, arredi e macchinari) diventa necessario tenere legata l’alluvione con il terremoto. «Di alluvioni è piena l’Italia - dice il candidato sindaco - e spesso i risarcimenti sono limitati. Noi abbiamo subìto due eventi catastrofici che devono essere connessi tra loro con rimborsi al 100%. È quello che chiediamo al nuovo governo: approvare un pacchetto organico senza più i “tira e molla” dei 14 provvedimenti precedenti». La strategia allora è chiara: utilizzare i fondi del sisma per coprire anche i 400 milioni di danni stimati per la rotta del Secchia. «Ci sono i sei miliardi della Cassa Depositi e Prestiti disponibili per pagare le tasse - spiega Muzzarelli - Ecco, usiamo parte di questi o aumentiamo il fondo e lo si destini agli alluvionati. I rimborsi, poi, debbono essere restituiti in cinque anni». Intanto in commissione al Senato si lavora per prorogare la restituzione almeno di tre anni. «È quanto avevamo ottenuto a dicembre - precisa Vaccari - Ora dobbiamo lottare per vedere riconosciuto il nostro obiettivo. Ma a Roma dobbiamo fare anche un altro lavoro: mettere in sicurezza il territorio. Ecco perché bisogna sospendere il patto di stabilità per quei Comuni che investono in prevenzione. Non solo risorse, quindi, ma soprattutto premialità vere». Si lavora quindi per prevenire, ma intanto la Bassa è in ginocchio. Il timore di assistere allo scarica barile delle responsabilità si fa largo tra i cittadini, ma Muzzarelli punta i piedi. «Non mi accontento che la commissione d’inchiesta si limiti a parlare di crollo per “cause accidentali”. È meglio che tornino sull’argine a capire. Voglio sapere cosa AIpo intenda per “manutenzione eseguita”. Ci si limita al taglio dell’erba o alla copertura delle tane? Perché continuano ad arrivare segnalazioni». E se Aipo traballa e finisce sotto processo, emergono alcune idee per controllare ed intervenire sugli argini: «Una riflessione è doverosa - ammette Vaccari - dobbiamo individuare chi fa manutenzione. A me l’idea di dare un’occupazione a volontari, terzo settore, cassa integrati e carcerati non dispiace». Muzzarelli, mentre sorvola sulla proposta della Maletti di convocare un Consiglio dei Ministri nella Bassa, fa poi l’analisi dei provvedimenti ancora latitanti sul terremoto, a partire dai mutui. «Stiamo indagando sui casi sociali per cui sono disponibili tre milioni per pagare gli interessi passivi. Le banche stanno terminando il loro screening sulle abitazioni inagibili e gravate dalle rate. Gli istituti di credito sono in sofferenza, hanno mandato di valutare ogni singolo caso, ma un provvedimento complessivo di sospensione è auspicabile. Intanto siamo al 25% della ricostruzione. Mi preme evidenziare i dati per l’innovazione: 1209 imprese hanno fatto domanda di contributi, la strada per il rilancio è quella giusta. Per sostenere i centri storici si stanno inoltre valutando le zone franche urbane per le imprese con meno di cinque addetti. Per loro, nel biennio, scatterebbe un’esenzione fiscale: dobbiamo sorreggere commercio e servizi e l’idea di applicare le ZfU a Bastiglia, Bomporto e in alcune zone rosse dei paesi terremotati ci trova favorevoli». di Francesco Dondi








giovedì 13 febbraio 2014

ANCORA SUI MUTUI DEI TERREMOTATI


 

Ieri sera anche il Consiglio Comunale di Cavezzo, all'unanimità, ha votato un ordine del giorno che chiede la sospensiva dei mutui, sulle case rese inagibili dal terremoto, fino al loro ripristino.

Era già successo a Camposanto e a Novi; in altri tra i Comuni più colpiti, questo stesso ordine del giorno è stato calendarizzato ed è in attesa di approvazione.

Un Istituto di Credito pare stia valutando di offrire ai suoi clienti terremotati, che abbiano i requisiti e lo richiedano, la possibilità di una interruzione (anche modulata) delle rate del proprio mutuo.

I deputati del M5S ripresentano in Parlamento un emendamento ad hoc.

La consapevolezza della assurdità di questa situazione pare stia diventando patrimonio comune.

Spicca, però, il perdurare del silenzio e dell'assenza del Commissario / Presidente Vasco Errani, specie nel momento in cui tutti i soggetti interessati: cittadini, Sindaci, consigli comunali al completo, ABI, Istituti di Credito e parlamentari assortiti riconoscono quella politica come unica soluzione possibile ed equa a questo problema.

Per quanto ci riguarda, ieri sera, a San Giacomo, abbiamo discusso della situazione e delle iniziative da prendere nell'immediato.

Si è confermato che andremo a Bologna. Per le modalità stiamo attuando una rapida consultazione via web (chat FB e mailing list) e stiamo anche cercando di capire se i Sindaci ci accompagneranno nella gita.


Stay tuned.

mercoledì 12 febbraio 2014

EDILIZIA ACER E ANTISISMICA

SAN POSSIDONIO: BLOCCATO L’ACQUISTO DI ALLOGGI POPOLARI SPROVVISTI DI CERTIFICAZIONE ANTISISMICA



E’ stato ritirato l’ordine del giorno presentato al Consiglio Comunale del 5 febbraio u.s., avente ad oggetto l’acquisto di alloggi per il potenziamento del patrimonio di edilizia residenziale pubblica. Pare infatti che sia la Delibera di Giunta Regionale e la Procedura ad evidenza pubblica per la ricerca alloggi effettuata da ACER Modena abbiano omesso di indicare, tra caratteristiche richiesta agli immobili, proprio la certificazione ANTISISMICA

Un’incredibile dimenticanza, al limite del paradossale, se si pensa che la necessità di reperire nuove unità abitative da destinare all’edilizia residenziale pubblica, è una diretta conseguenza degli eventi sismici del 20-29 maggio 2012.

Come consigliere comunale, ho fatto il rilevo  nel corso della discussione, ed ho avuto l’appoggio dell’altro consigliere di minoranza  Serena Borghi.

Proprio la competenza specifica della consigliere Borghi Serena, ingegnere  strutturista, ha dato corso ad un animato dibattito tra gli opposti gruppi che ha portato al momentaneo ritiro del beffardo ODG.

Serena Borghi: “……..il dato empirico dell’aver resistito alle precedenti scosse, non può assolutamente garantire la resistenza sismica di una struttura concepita senza avere riguardo ai parametri costruttivi imposti dalla nuova normativa antisismica post 2008. Trovo immorale ed inaccettabile che in nome dell’urgenza di reperire nuovi alloggi, si possa continuare a non avere riguardo per la sicurezza e la vita dei cittadini, già duramente provati”

Più duro il mio commento: “non credo che l’omessa indicazione dei parametri antisismici sia stata una semplice dimenticanza. Chi ha indetto la procedura ha previsto per gli immobili precisi parametri di risparmio energetico, la cui mancanza avrebbe determinato un deprezzamento dei fabbricati, ma non ha indicato alcun limite minimo della resistenza strutturale ed alcun limite all’altezza delle palazzine. Credo che si sia cercato di dare un’aiutino ai soliti costruttori e si stia cercando di comprare consenso politico a poco prezzo e senza rispetto per la vita dei meno fortunati. Come opposizione presenteremo una specifica interrogazione e stiamo seriamente valutando di segnalare il fatto alla procura”.

Sembra proprio che tutti si siano dimenticati della nostra area e dei fatti che poco meno di due anni fa ci hanno indelebilmente segnato la vita.

Provo vergogna per questo modo di continuare ad amministrare il Belpaese.

Francesco Mantovani










lunedì 10 febbraio 2014

MUTUI CASA, MA ERRANI DOV'È?

SONO RIPARTITI I MUTUI SULLE CASE INAGIBILI DEI TERREMOTATI, MA A ERRANI NON INTERESSA.
Almeno questa è l'impressione, considerata l'indifferenza con la quale il Commissario / Presidente di Regione ha accolto la nostra richiesta di un intervento che risolvesse questo problema (che dovrebbe coinvolgere tra i 1500 ed i 1800 nuclei familiari) fino alla fine dei lavori di ripristino degli immobili coinvolti.

In realtà la stessa richiesta era stata presentata anche dai Sindaci della Bassa e, in questi giorni, è stata approvata da diversi Consigli Comunali del Cratere sismico.

Ma ciò non sembra sufficiente ad attrarre l'interesse del Commissario.

Nel frattempo le Banche hanno fatto ripartire le rate prelevandole automaticamente dai conti correnti dei terremotati, che possono chiedere la sospensione al proprio Istituto di Credito ma che, senza una normativa generale, si trovano in balia della (scarsa) disponibilità dello stesso.

Sorprende che un provvedimento analogo sia stato approvato per i mutui dei Comuni, prorogandoli fino alla fine del 2014 senza alcun problema, come se l'emergenza post terremoto fosse finita soltanto per i cittadini.

Pensiamo che questa “sordità” sia inqualificabile, specie se adottata a metodo di "confronto" da chi, nel suo doppio ruolo, dovrebbe recepire le esigenze dei cittadini e non arrogarsi il diritto di decidere cosa sia importante e cosa no.

Ma probabilmente la Bassa è troppo lontana dal Palazzo della Regione e in alto, al 18mo piano, giunge soltanto l'eco dei nostri problemi.

Per cui, proprio per agevolarne l'ascolto, riteniamo sia arrivata l'ora di portare le nostre richieste direttamente  a Bologna






sabato 8 febbraio 2014

FISCALITA' DI VANTAGGIO PER LA BASSA TERREMOTATA E ALLUVIONATA


 

“PILLOLE” IN TEMA DI FISCALITA’ DI VANTAGGIO

Nei giorni scorsi avevamo voluto ricordare le nostre proposte, ormai vecchie di un anno e che avevano raccolto il consenso di 12.000 firmatari, su come poter supportare il territorio del cratere dal punto di vista della fiscalità e farlo ripartire più velocemente possibile. In questi 12 mesi si sono avuti una serie di accadimenti che, lungi dal migliorare la situazione economica, l'hanno resa ancora più complessa e precaria per cui giocoforza abbiamo attuato alcuni ritocchi che, qui di seguito, presentiamo.

Abbiamo scelto di continuare con delle proposte di esenzioni ed agevolazioni mirate e limitate nel tempo in quanto la stessa normativa comunitaria individua come possibile l'adozione di politiche fiscali di vantaggio per aree a profonda crisi sociale, che oltretutto derivino da una più ampia crisi industriale ed economica e questa è esattamente la situazione in cui si ritrova il cratere sismico dell’Emilia Romagna.

Allo stesso tempo abbiamo scelto di non inserirci in una diatriba tra “no tax area” e “zona franca urbana” in quanto, entrambe le proposte, ci sembrano più destinate ad una sterile polemica preelettorale piuttosto che ad un confronto ed una soluzione concreta del problema; questo in quanto, mentre la “no tax area” rischia di scontrarsi con le limitazioni imposte dalla Comunità Europea per quanto riguarda le alterazioni al libero mercato, la zona franca urbana, date le caratteristiche del territorio di eventuale applicazione, ci sembra essere largamente insufficiente allo scopo dichiarato.

 

Nello specifico Sisma.12 richiede:

1 ) il pagamento in 10 anni, con rate mensili, senza interessi né sanzioni, dei debiti fiscali e contributivi relativi ai periodi di imposta 2012 - 2013 – 2014 – 2015 con contestuale riduzione del 60% degli importi dovuti ( analogamente a quanto concesso per il terremoto dell’Abruzzo );

2) relativamente ai versamenti fiscali e contributivi già eseguiti per i periodi di imposta 2012 e 2013, il riconoscimento di un credito di imposta nella misura del 60% degli importi versati con possibilità di utilizzo immediato in compensazione senza obblighi burocratici quali l’apposizione del visto di conformità;

3) la concessione di una sanatoria, senza interessi né sanzioni, per gli omessi versamenti fiscali e contributivi relativamente ai periodi di imposta 2012-2013 con possibilità di pagamento in 10 anni, con rate mensili, e contestuale riduzione del 60% degli importi dovuti; 

4) la restituzione in 10 anni, con rate mensili, degli importi di cui al “finanziamento tasse” e contestuale riduzione del 60% degli importi dovuti;

5) considerato che nel periodo emergenziale ( 20 maggio – 31 dicembre 2012 ) si sono succedute disposizioni di legge non chiare, spesso senza le necessarie linee interpretative, causando comportamenti difformi  fra i contribuenti che possono aver omesso e/o ritardato adempimenti previsti dalle norme tributarie, previdenziali e/o assicurative ai fini degli infortuni sul lavoro, si chiede la non sanzionabilità delle eventuali omissioni, né tanto meno l’aggravio di interessi e/o compensi per EQUITALIA;

6) l’erogazione dei contributi pubblici, anche relativi alla ricostruzione, prescindendo dalla regolarità contributiva e dai vincoli europei / AGEA del soggetto richiedente con possibilità, eventuale, di compensare ( anche ratealmente ) gli importi spettanti a titolo di contributo con la propria posizione debitoria;

7) la non applicabilità dell'IVA per le cessioni di beni e le prestazioni di servizi effettuati nei confronti dei soggetti terremotati. Nello specifico, l’applicazione del meccanismo del “reverse charge” ( inversione contabile ) per le cessioni di beni e le prestazioni di servizi nei confronti delle imprese/professionisti residenti e/o operanti nel cratere sismico: in questo modo si ovvierebbe in primis alla carenza di liquidità dei soggetti di cui sopra ( l’Iva non è mai finanziata dagli istituti di credito ) ed eviterebbe ai medesimi di dover ricorrere alla richiesta di rimborso Iva il quale, oltre ad avere tempi biblici, spesso è causa di pesanti accertamenti fiscali;

 

8) relativamente alle richieste di rimborso di crediti Iva generati dai costi sostenuti da imprese/professionisti per le delocalizzazioni, sia provvisorie che definitive, effettuate all'interno dell'area del cratere prevedere l'individuazione di una causale specifica per il diritto al rimborso oltre quelle già previste per legge ed erogazione del rimborsi in tempi molto ristretti ( massimo due – tre mesi ) senza obbligo di prestare garanzia fidejussoria;

9) la sospensione delle azioni esecutive di Equitalia fino a tutto il 31 dicembre 2018 e successiva possibilità di rateizzazione senza interessi e sanzioni;

10) l’inapplicabilità degli studi di settore per i periodi di imposta dal 2012 al 2015 individuando un codice specifico di inapplicabilità, analogamente a quanto avvenuto per il terremoto dell’Abruzzo. Questo onde evitare che la discrezionalità degli uffici nel valutare la sussistenza di motivi di esclusione dall’applicazione degli studi di settore possa causare possibili disparità di trattamento fra contribuenti danneggiati dal sisma 2012 e dall'alluvione 2014;

11) visto il deprezzamento subito dagli edifici siti nell’area del cratere sismico si ritiene opportuno un provvedimento legislativo che preveda una riduzione proporzionale delle rendite e quindi, di conseguenza, anche dei valori catastali;

12) onde evitare disparità di trattamento fra contribuenti analogamente privati della possibilità di usufruire degli edifici dichiarati inagibili, l’estensione dell’esenzione da IMU ed imposte sul reddito anche agli edifici dichiarati inagibili in categoria F e contestuale restituzione degli importi già versati;

13) la sospensione di legge dei mutui sugli immobili, sia privati che produttivi, ancora inagibili. Per i restanti, revisione dei tempi di rimborso dei mutui contratti con rate adeguate all’effettiva capacità finanziaria del terremotato.

14) chi ha completato i lavori di riparazione dei danni provocati dal sisma prima di presentare la domanda di contributo può aver inizialmente usufruito delle detrazioni previste per le ristrutturazioni edilizie e quindi una volta ottenuto il contributo si troverebbe in tutto od in parte ad averne usufruito indebitamente. Introduzione quindi di una norma che consenta la restituzione dell’eccedenza senza sanzioni e/o interessi.

15) l’introduzione di adeguate misure di finanziamento alle imprese, svincolate dal merito creditizio, affinché possano recuperare nel tempo la piena capacità produttiva, con utilizzo di garanzie pubbliche tramite gli Istituti di Mediocredito Centrale

16) per i finanziamenti agricoli provinciali (piano di sviluppo rurale) prevedere che vengano emessi a fondo perduto eliminando il concetto di anticipo/quietanza;

17) applicazione dell'aliquota ridotta del 15% in luogo di quella ordinaria del 23% per tutte le anticipazioni di Tfr qualunque sia la loro forma di erogazione (art.11 comma 4 del D.L. n.74/2012 convertito nella Legge 213/2012 );

18) l’adozione di adeguate e durevoli misure di sostegno al reddito non solo per i lavoratori dipendenti ma anche per agricoltori, imprese, artigiani, commercianti e liberi professionisti che abbiano dovuto sospendere/cessare la propria attività a seguito del sisma/alluvione.

Tutte le agevolazioni di cui sopra non solo non sono impossibili da ottenere, ma sono DOVUTE ad un territorio che lentamente si sta spegnendo a causa della cecità ed ottusità di chi dichiara che l’emergenza è oramai superata senza però ascoltare la voce di chi nel cratere sismico vive e lavora.

giovedì 6 febbraio 2014

Il terremotato ha sempre ragione. (Vasco Errani, 13 maggio 2013)





Ieri abbiamo letto la lettera, un po' piccata, che il Commissario - Presidente Vasco Errani ha scritto al direttore del Fatto, magnificando il lavoro svolto da lui e dal suo staff con la ricostruzione post terremoto del maggio 2012 , e diverse argomentazioni ci sono suonate un po' stonate.

A noi, che nel cratere ci abitiamo, sembrava di ricordare che gli edifici pubblici provvisori (scuole e municipi) fossero stati costruiti prevalentemente con i 567 milioni di euro concessi dalla Comunità Europea e con le donazioni dei privati.

E costruire coi soldi degli altri è piuttosto semplice.

Poi si può continuare a fare il paragone con la gestione de L'Aquila, e sicuramente fa comodo il confronto con una gestione pessima per brillare in efficienza.
Insomma: piace vincere facile.

Ma, a questo punto, i delinquenti bisognava mandarli in galera e non contribuire a ridargli agibilità politica.


E siamo un po' stufi di continuare a sentire 'sta storia che subito dopo il sisma c'erano 41000 lavoratori in cassa integrazione ed ora son solo 3000, per far vedere che l'economia è ripartita.

Dopo il terremoto c'è stato un periodo di stop praticamente in tutte le aziende, per svolgere i controlli alle strutture; controlli che, giustamente, non son durati un giorno. Poi, man mano che i capannoni risultavano sicuri, è ripartita l'attività; e quelli che avevano i capannoni danneggiati hanno delocalizzato, o ci hanno messo i soldi loro o delle assicurazioni per ripartire. O hanno chiuso.

Nel frattempo si son persi 4800 posti di lavoro secchi; di cui 2779 nel solo “cratere” (inchiesta IRES).

E non parliamo delle ricadute economiche su artigiani, commercianti e partite iva.


Manca una legge nazionale sulle emergenze; è vero. Noi di SISMA.12 l'abbiamo evidenziato subito, come da subito abbiamo evidenziato l'obbrobrio che il DL 59 del Governo Monti voleva inserire nella legislazione italiana.

Ora ne parlano in tanti, struttura commissariale in testa, anche per evidenziare da quali premesse siamo partiti , ma non eravamo noi che appoggiavamo quel governo.


E non torniamo sulla ricostruzione che non decolla a causa della burocrazia che, qui, non è più solo “regole” ma una sovrabbondanza, un trionfo, una esagerazione di ordinanze che vanno a modificare le ordinanze precedenti.

O su una fiscalità di vantaggio che non è stata ancora presa in considerazione per questo territorio.

O come lo stop alla ripartenza dei mutui sugli edifici inagibili a causa del terremoto chiesto a gran voce anche dai sindaci e che non è ancora stato minimamente affrontato, mentre le banche hanno tranquillamente ricominciato coi prelievi dai conti correnti dei cittadini.


Insomma: la macchina commissariale ha lavorato bene, ma solo sulle proprie priorità e, purtroppo, queste ci sembra non corrispondano alle priorità del territorio e dei cittadini terremotati che ci abitano. E, certi discorsi, non li consideriamo solo un insulto alla verità ma anche un insulto alla nostra intelligenza.

lunedì 3 febbraio 2014

sulla fiscalità di vantaggio

E’ dal “lontano” 2012 che la fiscalità di vantaggio è una delle istanze che Sisma.12 assieme agli altri comitati popolari del cratere, sta portando avanti.  Di fatto uno dei punti cardine della petizione del 2013 che ci ha permesso di raccogliere oltre 12.000 firme. Chiara dimostrazione che il problema “tasse”  è molto sentito nel cratere e che le proroghe concesse non sono la soluzione. Di fatto mero palliativo….  Null’altro che lo spostamento in avanti del problema, con ulteriore aggravio a carico di cittadini ed imprese.

La necessità di avere una fiscalità di vantaggio,  richiesta anche dai sindaci (vedi conferenza stampa congiunta Comuni Area Nord e Novi del 20 dic scorso) vede oggi una maggiore apertura anche da parte dalle istituzioni, Errani in testa. E gli stessi parlamentari del PD sembrano essere possibilisti benché rimangano da tracciare le linee guida di quali, a chi e come concedere eventuali agevolazioni fiscali.

Ora che il tema è tornato prepotentemente alla ribalda,  a seguito dei tragici eventi del 19/01 che hanno interessato la Bassa , crediamo  doveroso richiamare l’attenzione su quelle che sono le nostre proposte in materia:

1. Fiscalità di vantaggio adeguata, necessaria per il recupero della capacità produttiva del tessuto economico interessato dal sisma per il periodo dal 2013 al 2017 alla quale si dovranno affiancare:

A ) una moratoria per i versamenti fiscali e contributivi per gli anni 2012-2013 e il successivo pagamento rateizzato in 10 anni (o in subordine una sanatoria per gli omessi versamenti fiscali e contributivi);

B ) la non sanzionabilità degli errori formali commessi nel periodo 20 maggio – 31 dicembre 2012;

C ) aliquote IVA agevolate non solo per privati ma anche per imprese/professionisti aventi sedi nel cratere sismico. Chiediamo la non applicabilità dell'IVA per le cessioni di beni e le prestazioni di servizi svolti a favore dei soggetti terremotati;

D ) la sospensione delle azioni esecutive di Equitalia per il biennio 2013-2014;

E ) l’inapplicabilità degli studi di settore per gli anni 2012-2018;

F ) la revisione delle rendite catastali per tutti gli immobili al fine di ridurre i valori IMU in ragione del deprezzamento subito per effetto del terremoto;

G ) l’esonero dall’IMU anche per le inagibilità classificate “F”;



2. Revisione dei tempi di rimborso dei mutui contratti con rate adeguate all’effettiva capacità di rimborso del terremotato. Introduzione di adeguate misure di finanziamento alle imprese, svincolate dal merito creditizio, affinché possano recuperare nel tempo la piena capacità produttiva, con utilizzo di garanzie pubbliche.



3. Proroga per le zone terremotate delle disposizioni previste dal D.L. 83/2012 come convertito dalla Legge n. 134/2012 almeno fino al 31/12/2017 (detrazione 50% per la ristrutturazione edilizia).



4. Estensione delle agevolazioni previste all’art.11 comma 4 del D.L. n.74/2012 convertito nella Legge 213/2012 alle somme erogate a titolo di anticipazione sul T.f.r. (applicare alle anticipazioni sul T.f.r. l’aliquota ridotta del 15% in luogo di quella ordinaria del 23% circa).